L'impegno complessivo è di 180 crediti formativi, distribuiti uniformemente sui tre anni di corso (60 CFU anno). L'attività formativa prevede l’acquisizione di 20 CFU al primo anno, di 16 CFU al secondo e di 18 CFU al terzo, che dovranno essere conseguiti con la frequenza di lezioni nelle aree disciplinari (SSD) dei singoli indirizzi.
Ogni CFU equivale a 6 ore di lezioni frontali.
30 CFU nel primo anno e 34 CFU nel secondo e 32 CFU al terzo vengono attribuiti dal Collegio docenti alle attività connesse con la ricerca specifica dei singoli dottorandi, incluse le attività di partecipazione a congressi, seminari, scuole, soggiorni all’estero.
I restanti 10 CFU per ciascun anno vengono attribuiti quali Altri crediti (perfezionamento informatico e linguistico etc.).
Nello specifico, i crediti formativi nei primi due anni sono così distribuiti:
- attività individuale di ricerca, da discutere nella relazione per il passaggio agli anni successivi al primo (12 CFU)
- redazione tesi (6 CFU)
- partecipazione ad attività connesse con la ricerca a scelta del dottorando: convegni, congressi, soggiorni all’estero di tipo “Erasmus” o di altro tipo (12 CFU)
Per l’ultimo anno di corso 18 CFU vengono attribuiti al completamento della redazione, revisione e stesura definitiva della tesi di Dottorato e i restanti 14 CFU vengono attribuiti alle attività a scelta del dottorando.
Legenda per l’attribuzione dei crediti alle attività formative a scelta
- Partecipazione a convegno, congresso o seminario (2 CFU).
- Partecipazione a convegno, congresso o seminario come relatore (6 CFU).
- Soggiorno di ricerca all’estero di tipo Erasmus o di altro tipo (5 CFU).
- La frequenza di corsi di specializzazione o di attività formative certificabili connesse con l’attività formativa e di ricerca del dottorando sarà valutata dal consiglio dei docenti del singolo indirizzo ai fini dell’attribuzione dei crediti formativi e della sua quantificazione.
- La pubblicazione di articoli scientifici su rivista, di saggi in volume, di capitoli di libro o di monografia, per la quale farà fede la data di accettazione del contributo o la pubblicazione del volume, sarà valutata dal consiglio dei docenti del singolo indirizzo ai fini dell’attribuzione dei crediti formativi e della sua quantificazione.
- L’attività di tutorato degli studenti nei corsi di Laurea e Laurea magistrale dell’Università Messina sarà valutata dal consiglio dei docenti del singolo indirizzo ai fini dell’attribuzione dei crediti formativi e della sua quantificazione.
- L’attività di didattica integrativa sarà valutata dal consiglio dei docenti del singolo indirizzo ai fini dell’attribuzione dei crediti formativi e della sua quantificazione.
Si precisa che le attività formative a scelta non possono superare la totalità di 14 CFU per ogni singolo anno di corso. I crediti formativi in esubero, dunque, non saranno computati ai fini del raggiungimento della soglia annua.
Il Collegio del Corso di Dottorato in Scienze delle Pubbliche Amministrazioni approva le attività didattiche associate ad ogni anno di corso (Piano delle Attività).
Sono previste verifiche in forma orale con idoneità da parte dei singoli docenti. I crediti relativi ai corsi istituzionali sono specificati nel Manifesto degli Studi annuale e hanno valore nell’anno in cui il corso è frequentato.
La lingua ufficiale è l’italiano, tuttavia i corsi potranno essere tenuti in lingua inglese qualora fossero presenti studenti stranieri.
Altri CFU
- Perfezionamento informatico
- Perfezionamento linguistico
- Gestione della ricerca e della conoscenza dei sistemi di ricerca europei
- Valorizzazione e disseminazione dei risultati, della proprietà intellettuale e dell'accesso aperto ai dati e ai prodotti della ricerca
- Atre attività
Modalità di scelta del soggetto della tesi
Il Collegio dei docenti valuta i progetti di ricerca presentati dai candidati in occasione della prova di ammissione e, ove li reputi congrui con gli obiettivi formativi del corso, li assegna ai proponenti, individuando, al contempo, il docente-tutor che seguirà l’intero percorso del dottorando.
Modalità delle verifiche per l'ammissione all'anno successivo
Sono previste verifiche in forma orale con idoneità da parte dei docenti.
La tesi, alla quale è allegata una relazione del dottorando sulle attività svolte nel corso del Dottorato e sulle eventuali pubblicazioni, è valutata da almeno due docenti di elevata qualificazione, anche appartenenti a istituzioni estere, esterni ai soggetti che concorrono al rilascio del titolo di Dottorato.
Il Collegio dei docenti, anche sulla base della proposta dei valutatori, decide sull’ammissione della tesi alla discussione pubblica.
Modalità di svolgimento dell'esame finale
L’esame finale consiste in una discussione pubblica, avente per tema la tesi di Dottorato, dinnanzi a una Commissione, costituita da tre componenti, nominata dal Rettore dell’Università degli Studi di Messina su proposta del Collegio dei docenti. Alla Commissione partecipa uno dei docenti afferenti al Collegio del Dottorato.
Descrizione delle discipline nelle quali si articola l'attività didattica
1. Storia delle Pubbliche amministrazioni
Il corso, presupponendo una buona conoscenza del quadro storico-istituzionale italiano e europeo del XX secolo, si propone di fornire ai dottorandi approfondite conoscenze relative ai processi di cambiamento e innovazione che hanno riguardato, in particolare, gli apparati statali in Italia. Le coordinate temporali ne seguiranno lo sviluppo a partire dal Novecento e fino alla svolta determinata dall’affermarsi dell’ “era digitale” che ha investito, in modo massiccio, la Pubblica Amministrazione sia nelle modalità di produzione degli atti legati al suo funzionamento che nei rapporti con i cittadini, in un itinerario non privo di contraddizioni. Tale percorso, nel quale avrà spazio anche il tema della femminilizzazione del pubblico impiego, si terrà conto, inoltre, in un'ottica comparativa, talune coeve esperienze europee.
2. Organizzazione delle Pubbliche amministrazioni
Lo studio dell'organizzazione delle pubbliche amministrazioni muove dalla ricognizione dei principi fondamentali, anzitutto di carattere costituzionale, che presiedono alla determinazione degli ambiti di competenza degli organi ed ai compiti degli uffici. Come noto, del resto, l'art. 97 della Carta costituzionale richiede un'organizzazione pubblica avvitata su fondamentali parametri di legge, indirizzata al perseguimento dei principi di imparzialità e buon andamento. Ciò evidenzia come lo studio dell'organizzazione e della sua struttura non costituisca mero esercizio ricognitivo, ma sia funzionalmente votato dagli anzidetti valori emergenti dal testo costituzionale. Ne discende che i livelli di studio dell'organizzazione sono almeno due: quello "strutturale", che, muovendo dalle nozioni di organo e di ufficio, sia in grado di costruire un insieme organico e compiuto; dall'altro lato, un profilo assiologico di maggior respiro concernente l'intero sistema degli apparati, come disegnati dal legislatore, al fine di consentire il perseguimento degli interessi pubblici.
Nello studio dell'organizzazione amministrativa rientrano, poi, le relazioni interorganiche, cioè dei rapporti tra organi, caratterizzati da latitudini che vanno dalla gerarchia alla direzione, al coordinamento fino al controllo, in una ideale scala di intensità.
Nello studio dell'organizzazione, ancora, rientra la storia dell'amministrazione, le sue riforme, l'emancipazione del principio di autonomia dal cono d'ombra statalista, il fondamentale ruolo del dirigente, il quale proprio dalle strutture organizzative deve essere posto in condizione di realizzare gli obiettivi previsti ed ottenere lusinghiere valutazioni in termini di performance.
Un'organizzazione efficiente, priva di inutili doppioni, intersezioni, conflitti di interesse è, infine, in linea con i valori della trasparenza, oggi assunta a paradigma dell'essenza stessa degli apparati amministrativi.
3. Diritto penale delle Pubbliche amministrazioni
Il corso mira ad approfondire i principali profili di intersezione tra diritto penale e pubblica amministrazione, avuto riguardo tanto alle offese provenienti ab interno (delitti dei pubblici ufficiali), quanto a quelle provenienti ab externo (delitti dei privati). Le principali fattispecie criminose tipizzate dal legislatore a tutela dei beni e degli interessi dell’amministrazione saranno interpretate alla luce dei principi e degli istituti della parte generale del diritto penale. In considerazione dell’articolato quadro normativo esistente, particolare attenzione verrà poi rivolta all’integrazione funzionale tra profili preventivi e profili strettamente sanzionatori di competenza del diritto penale. Verranno, altresì, analizzati i principi e gli istituti connessi alla responsabilità degli enti collettivi privati (incluse le società municipalizzate o comunque controllate da enti locali o da altri soggetti pubblici), introdotti dal d.lgs. 231/2001. L’obiettivo è quello di coniugare l’approccio scientifico nell’analisi delle singole norme incriminatrici con l’approfondimento delle ragioni sottese all’evoluzione legislativa e giurisprudenziale, tenendo conto anche della pluralità di posizioni emerse in dottrina e nella prassi applicativa.
4. Diritto dell'Unione Europea
L’insegnamento intende approfondire aspetti teorici e soprattutto pratici dell’apparato istituzionale dell’Unione europea, con particolare riferimento ai suoi rapporti con gli organi e le istituzioni nazionali a livello centrale e locale. Sarà approfondito lo studio delle fonti del Diritto dell’UE e la loro interazione con le fonti dell’ordinamento giuridico italiano a livello nazionale e regionale, sottolineando nello specifico il ruolo del principio del primato del diritto dell’UE su quello nazionale. Il corso si occuperà, inoltre, degli strumenti attraverso cui l’ordinamento giuridico italiano si adatta e si conforma agli obblighi derivanti dalla partecipazione dell’Italia al processo di integrazione europea. Particolare attenzione verrà, infine, riservata allo studio del contenzioso dell’Unione europea, con specifico riguardo agli strumenti giurisdizionali a disposizione degli Stati membri e dei singoli.
5. Drafting normativo e amministrativo
L'insegnamento mira ad assicurare l'apprendimento delle principali tecniche di redazione degli atti normativi e amministrativi mediante l’analisi delle relative regole di drafting ed esercitazioni finalizzate all’elaborazione di differenti tipi di testi. L'intento è quello di far acquisire ai corsisti dimestichezza con le tecniche e le procedure di redazione di atti normativi e amministrativi, sviluppando le abilità professionali necessarie allo svolgimento delle attività di funzionari di organi istituzionali e pubbliche amministrazioni che svolgano un ruolo attivo nei procedi di produzione delle fonti normative e degli atti amministrativi.
6. Diritto pubblico regionale e degli enti locali
Il corso, presupponendo la conoscenza delle nozioni di base del diritto pubblico, intende far acquisire ai corsisti una conoscenza approfondita dell'autonomia territoriale (regionale e locale), delle dinamiche di funzionamento delle istituzioni regionali e locali e dei rapporti tra queste e gli organi centrali dello Stato. L'insegnamento mira ad approfondire, in particolare, le trasformazioni che il sistema delle autonomie territoriali ha attraversato negli ultimi decenni, analizzando altresì l'impatto che sullo stesso ha avuto l'emergenza sanitaria determinata dal Covid-19, nonché le più recenti proposte di riforma avanzate con riguardo a tale settore.
7. Diritto dell’economia
L’obiettivo dell’insegnamento è fornire gli strumenti necessari per comprendere le dinamiche di funzionamento dei mercati regolati e le possibili forme di intervento pubblico nell'economia, anche alla luce delle più recenti tendenze evolutive legate alla globalizzazione, alla crisi economica (anche conseguente alla pandemia) e al relativo impatto sulle istituzioni nazionali ed europee. Nella complessiva logica di un approfondimento dei rapporti tra Stato e mercato, si terrà altresì conto degli obiettivi di innovazione digitale e di sostenibilità che connotano sia lo svolgimento delle attività economiche private che l'azione dei pubblici poteri.
8. Diritto dell'innovazione tecnologica
L’insegnamento intende approfondire i principali problemi giuridici connessi all’evoluzione delle nuove tecnologie informatiche e digitali che stanno determinando importanti processi processi di trasformazione della Pubblica amministrazione, dei settori produttivi pubblici e privati, dei settori economici (e, in particolare, il mercato dei servizi bancari e finanziari). A tal fine verranno analizzate le diverse implicazioni pratiche e il connesso approccio disciplinare di legislatori e regolatori, interni ed europei, volto a configurare un appropriato quadro giuridico di riferimento per la nuova realtà.
9. Diritto amministrativo europeo
Il diritto amministrativo conosce, oggi, una fase di particolare rilevanza anche relativamente ai procedimenti che si svolgono dinanzi alle istituzioni dell'Unione europea. I principi della motivazione, dell'efficienza, della tempestività delle decisioni, della loro proporzionalità, l'accesso agli atti, il contraddittorio, costituiscono valori che si compendiano nel c.d. "diritto ad una buona amministrazione". Si tratta di principi che, posti per i Paesi membri, guidano i procedimenti delle istituzioni eurounitarie. Conseguentemente, costituiscono terreno fertile riguardo agli studi di diritto amministrativo per un duplice ordine di ragioni: in primo luogo perchè i principi devono essere recepiti all'interno dell'ordinamento italiano ed è quindi necessario registrarne l’impatto; in secondo luogo perchè i medesimi principi trovano sede nei procedimenti propri delle istituzioni eurounitarie.
10. Diritto del lavoro
L'insegnamento di Diritto del lavoro si propone di fornire le competenze necessarie allo svolgimento di attività di ricerca nell’ambito di questa materia, avuto riguardo, in primo luogo, alla costante evoluzione della disciplina, sia sul versante legislativo che su quelli dottrinali e giurisprudenziali. La disciplina lavoristica infatti, ha subito una profonda trasformazione, nel corso degli ultimi anni, anche a causa del superamento del tradizionale modello di organizzazione del lavoro taylorista-fordista, con il graduale allontanamento dalla storica funzione protettiva della materia.
Nella nuova prospettiva assunta dal diritto del lavoro, le attività di competenza di quest’area disciplinare si propongono di consentire un adeguato studio dei temi all’ordine del giorno del dibattito scientifico e, in particolare, di quelli relativi alla regolazione del mercato del lavoro, alle tipologie contrattuali del rapporto di tipo flessibile, al sistema delle relazioni industriali, in rapporto anche con le tematiche più tradizionali del giuslavorismo.
In modo specifico lo studio del diritto del lavoro nel dottorato prevede lo svolgimento di ricerche specialistiche a carattere individuale sulle tematiche del rapporto di lavoro individuale, del diritto sindacale e di quelli della sicurezza sul lavoro e della social security, con una specifica attenzione all’analisi del diritto vigente e alla considerazione dei profili evolutivi e di quelli comparatistici.
11. Scienza dell’amministrazione
L’insegnamento ha, in primo luogo, l'obiettivo di fornire strumenti concettuali utili allo studio delle burocrazie pubbliche tratti dalla sociologia dell’organizzazione. Muovendo, quindi, dallo studio del fondamentale modello weberiano di burocrazia legale-razionale, si procede all’analisi delle dimensioni organizzative delle amministrazioni pubbliche. L’insegnamento ha, inoltre, ad oggetto l’analisi delle burocrazie pubbliche. In questo contesto saranno esaminati i concetti fondamentali relativi alla analisi delle politiche pubbliche, i principali modelli per lo studio delle decisioni pubbliche, il rapporto tra la politica e l’amministrazione ed i paradigmi di riforma amministrativa. Sarà, infine, dedicata particolare attenzione alle più recenti e rilevanti riforme operate in campo amministrativo, anche per consentire una più approfondita conoscenza empirica della pubblica amministrazione italiana.
12. Diritto dei contratti pubblici
Il diritto dei contratti pubblici costituisce una branca ormai quasi autonoma del diritto amministrativo. Il tema del contratto ad oggetto pubblico si interseca,infatti, con la piana consapevolezza secondo la quale le pubbliche amministrazioni esercitano i propri poteri negoziali facendo leva sulla loro capacità giuridica. Strumento essenziale è la procedura dell'evidenza pubblica, attraverso la quale la scelta del contraente è effettuata in un contesto caratterizzato da regole proprie del settore pubblicistico, che, però, dalla fase dell'aggiudicazione e, in particolare, della stipula del contratto, lasciano spazio ai principi di matrice privatistica. La materia è fortemente caratterizzata dai ripetuti e significativi interventi dell'Unione europea, preoccupata di garantire la concorrenza e l'accesso al mercato. Le ripetute riforme, fino all'attuale d. lgs. n. 50/2016, già più volte profondamente rivisto e "corretto", fin dal 1992 (l.n. 142/1992), seguono un fil rouge improntato alla ricerca della trasparenza, efficienza e realizzazione degli obiettivi preventivati. Particolare ruolo, a partire dal d. lgs. n. 50/2016 è riconosciuto all'Autorità Nazionale Anticorruzione ed alle sue linee guida, strumenti di soft law attraverso i quali il legislatore ha immaginato di costruire un sistema dei contratti pubblici ragionevolmente flessibile ed adattabile alle specifiche esigenze del singolo appalto come della fase storico-politica attraversata dall'ordinamento. Particolarmente intricata e complessa è la parte che riguarda la tutela giurisdizionale, laddove più volte il Consiglio di Stato si è dovuto pronunciare in Adunanza Plenaria per fissare, ad es., il principio di decorrenza del termine o la rilevanza dei precedenti penali dei concorrenti, in un'ottica votata a conoscere e valutare preventivamente l'affidabilità dei futuri contraenti.
13. Metodi quantitativi per le scienze giuridiche
Il corso intende fornire strumenti innovativi di supporto alle decisioni per la digitalizzazione dei processi decisionali amministrativi e giudiziari, mantenendo il ruolo attivo del decisore come fulcro dei modelli scelti. Mira inoltre a fornire agli attori coinvolti strumenti utili per definire analisi di scenario per la definizione di soluzioni alternative (accordi, mediazione, arbitrato, negoziazione, ecc.) ai processi decisionali amministrativi e giudiziari.
14. Diritto internazionale
Il corso di diritto internazionale si articolerà in due parti: la prima parte si incentrerà sull’esame delle fonti di diritto internazionale (consuetudini, trattati, atti delle organizzazioni internazionali) evidenziando la loro efficacia, la loro applicazione rationae personae e rationae materiae, alla luce della giurisprudenza delle corti sovranazionali, in modo da permettere ai dottorandi di acquisire una adeguata conoscenza di tali strumenti giuridici. Si esaminerà, quindi, l’applicazione delle fonti di diritto internazionale da parte degli organi (legislativi, amministrativi, giudiziari) che operano nell’ambito dell’ordinamento italiano. In particolare si esaminerà la giurisprudenza di merito, della Cassazione e della Corte costituzionale relativa all’applicazione da parte della pubblica amministrazione di tali fonti in relazione all’art.10 della Cost ed all’art.117, co. 1, con particolare riferimento alle sentenze della Corte Costituzionale nn. 348 e 349 del 2007 e agli sviluppi giurisprudenziali successivi e la sentenza della Corte costituzionale n.238 del 2014.
Nella seconda parte il corso si soffermerà sulle possibilità di ricorso che il diritto internazionale riconosce agli individui nel caso in cui si possa realizzare una violazione dei loro diritti da parte della pubblica amministrazione. In questa prospettiva , dopo un’analisi dei caratteri generali della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, si esamineranno le condizioni di ricevibilità di un ricorso individuale, il ruolo della Corte europea dei diritti dell’uomo, il valore delle sentenze da essa emanate e l’obbligatorietà di esecuzione da parte degli Stati, anche alla luce della prassi più recente relativa alle c.d. sentenze pilota. In tal senso si farà riferimento alla giurisprudenza più rilevante riguardante l’Italia, come le sentenze sulla confisca urbanistica e l’espropriazione per pubblica utilità.
15. Diritto pubblico dell'ambiente
Il corso intende approfondire innanzitutto il concetto di ambiente come bene giuridico oggetto di riconoscimento e protezione costituzionale e legislativa, anche, e soprattutto, alla luce della recente legge costituzionale n. 1/2022, che ne ha introdotto la tutela tra i principi fondamentali della Costituzione, modificando gli artt. 9 e 41 della stessa. Oggetti di studio saranno, poi, la giurisprudenza della Corte costituzionale in materia, i principi del diritto ambientale internazionale e dell'Unione Europea, le modalità di valutazione e prevenzione del rischio ambientale, le competenze, i poteri e i limiti delle Autorità amministrative e degli organi di controllo in tale settore. Particolare attenzione sarà dedicata, infine, all'impatto del PNRR sul processo di transizione ecologica.
16. Disciplina dei beni nelle relazioni tra Pubblica Amministrazione e privati
Molteplici possono essere le interferenze tra i regimi giuridici che si riferiscono ai beni e le relazioni intercorrenti tra la P. A. ed i privati.
Pone in particolare evidenza tali nessi, tra le varie ipotesi, la disciplina dell’espropriazione le cui vicende, sia pure con esiti diversi, hanno sempre dovuto fare i conti con l’esigenza del bilanciamento tra l’interesse generale e quello del privato ablato, dando luogo ad una disciplina che si pone – per più versi – a cavallo tra il diritto privato ed il diritto pubblico.
Altrettanto palese è, d’altra parte, il legame tra le disciplina pubblicistiche e quelle privatistiche laddove si prendono in considerazione particolari tipologie di beni, come quelli cd. comuni, o si devono dettare norme per regolamentare la utilizzazione da parte del privato di beni pubblici.
17. I contratti di diritto privato della Pubblica Amministrazione
Corrisponde ad un indirizzo ordinamentale ormai consolidato la tendenza a sottrarre la disciplina dell’attività contrattuale della P.A. all’esercizio di un potere autoritativo per ricondurla, seppure talvolta con i necessari adattamenti, al regime tipico del diritto privato.
In questa prospettiva può essere riguardato, innanzitutto, il cd. esercizio consensuale della potestà amministrativa, e quindi gli accordi integrativi o sostitutivi del provvedimento amministrativo ed i contratti accessivi.
Esemplificativi della medesima vicenda sono poi i contratti pubblici di diritto comune ed il relativo regime giuridico che, in ragione della sua tendenza espansiva, consente oggi addirittura di enucleare principi generali (sia pure di settore) che si pongono in concorrenza con quelli nascenti dal diritto generale dei contratti.
18. Giustizia amministrativa
Il sistema di giustizia amministrativa è frutto della stratificazione di numerosi interventi legislativi, a partire dalla legge Crispi n. 5992 del 1889, fino al Codice del processo amministrativo del 2010.
I principi sono posti dalla Carta costituzionale (segnatamente: artt. 24, 103 e 113), la quale ha opportunamente richiamato le fondamentali situazioni giuridiche attive del diritto soggettivo e dell'interesse legittimo a fini di riparto di giurisdizione, replicando il sistema precedente.
La giustizia amministrativa è connessa, anzitutto, allo studio delle situazioni giuridiche soggettive e della loro tutela, la cui effettività costituisce un portato indispensabile della stessa funzione giurisdizionale.
Il principio del giusto processo completa il quadro del sistema, articolato su due livelli di giudizio e di un eventuale terzo (tradizionalmente limitato ai profili della giurisdizione), i cui caratteri presentano specificità e declinazioni che lo differenziano ancora oggi dal processo civile, al quale, tuttavia, è legato da un rinvio aperto.
19. Attività amministrativa e contabilità pubblica
L'avvento della legge 7 agosto 1990 n. 241 ha posto al centro degli studi il tema dell'attività, seguendo, tuttavia, un'ottica nuova, non più votata al solo tema della legittimità, ma anche a quello dell'efficienza, dell'economicità, della trasparenza, della pubblicità, dell'imparzialità e della proporzionalità. L'attività, cioè, non si misura più solo in termini di più o meno pedissequa rispondenza al dettato normativo, ma trova diverse latitudini di rilevanza giuridica, che si traducono anzitutto nella crescita dei casi di responsabilità amministrativa, estesa al danno all'immagine, al danno da disservizio e non solo al mero risarcimento del danno. Particolarmente rilevante il tema della valutazione della performance dei dipendenti pubblici, nonchè della responsabilità per i danni arrecati a terzi (art. 28 Cost). L'attività, dunque, conosce oggi numerosi profili attraverso i quali è soggetta a valutazione. Nello stesso tempo, essa si inscrive in un contesto ove si parla di nuova parità pubblico-privato e campeggia la fase partecipativa, vincolante ai fini della decisione, esaltando la chiave democratica di fondo che ha animato le riforme amministrative a partire dal 1990. La fase anticorruttiva, a partire dal 2012, ha, poi, assunto un ruolo preponderante. Da essa sono germinate, tra l'altro, non solo l'istituzione dell'Anac, ma le riforme del 2013 e del 2016, attraverso le quali il valore della trasparenza è stato fortemente implementato dall'accesso prima civico e poi generalizzato (c.d. FOIA).
20. Giustizia costituzionale e tutela dei diritti fondamentali
Il corso mira ad approfondire la conoscenza del ruolo e delle funzioni della Corte costituzionale e del sistema di giustizia costituzionale nell'ordinamento italiano, nonché ad analizzare l'impatto che la giurisprudenza del Giudice delle leggi ha sui diversi ambiti dell'esperienza istituzionale, con particolare riguardo alle dinamiche di funzionamento degli enti pubblici territoriali e della Pubblica amministrazione e alle esigenze di garanzia dei diritti fondamentali. Lo studio verterà, quindi, sia sui profili processuali della giustizia costituzionale sia su alcuni casi emblematici, attraverso la lettura e l'analisi di sentenze di particolare rilevanza nel settore. Lo studio sarà svolto anche in chiave comparata, senza trascurare le ripercussioni degli istituti esaminati sulle dinamiche della forma di governo.
21. Informatica applicata alla Pubblica amministrazione
Nel contesto del processo di profonda trasformazione digitale che sta cambiando il modo di approcciarsi ai processi amministrativi e alla luce delle ampie riforme avvitate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in tale ambito, l’obiettivo del corso è quello di fornire le conoscenze di base per favorire lo sviluppo di una società digitale, nella quale i servizi pongano al centro i cittadini e le imprese, attraverso la digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Ulteriore intento dell’insegnamento è quello di contribuire alla diffusione della conoscenza delle nuove tecnologie digitali, incentivando la standardizzazione, l’innovazione nell’ambito dei servizi pubblici.